I NOSTRI VALORI: L'AMORE PER LA NATURA
Giombattista si è appassionato fin da piccolo alla natura, alle piante e a tutto quello che riguarda questo mondo. Seguendo la sua passione per anni, tramite una costante ed attenta osservazione, ha imparato ad avere un rapporto con le piante che gli consente di interpretarne il “linguaggio”. Le piante sono esseri viventi e, se “ascoltate” attentamente, sono in grado di comunicare con noi.
L’interpretazione del loro linguaggio è fondamentale per monitorarne lo stato di salute. Capire se e quando la pianta ha un problema ed intervenire nel modo e nei tempi opportuni non è facile, ma è una capacità che si acquisisce solo dopo una lunga esperienza, che mette a frutto l'intelligenza e le capacità critiche dell'operatore. Questo patrimonio di esperienze e conoscenze, viene progressivamente trasmesso a noi, Clizia e Vincenzo, che siamo la quarta generazione, e con la stessa dedizione e cura trasmessaci, guardiamo alle innovazioni future, senza perdere mai di vista la nostra storia.
Questo mix di intelligenza ed esperienza, nonché l'intuito ad accogliere le innovazioni che si presentano sul mercato, sta alla base di una produzione di qualità difficilmente eguagliabile, sia in termini di gusto del prodotto finale, che di genuinità. Ed è per questo che, ormai da parecchi anni, l’azienda è diventata un punto di riferimento all’interno dell’Alta Ristorazione in tutta Italia. La scelta dell'impiego dell’Agricoltura Integrata, la raccolta e il confezionamento manuali, la produzione artigianale delle conserve, la certezza di trovare prodotti di “qualità senza compromessi” e il rapporto diretto con il produttore, sono tra i motivi principali che hanno spinto numerosi e prestigiosi chef a fare di “La Perla del Sud” il loro fornitore di fiducia.
LA NOSTRA STORIA
Raccontare la storia della Perla del Sud vuol dire raccontare quella del suo territorio, e della nostra famiglia, perché crediamo che, per conoscere davvero un prodotto, si deve conoscere il contesto a cui appartiene.
Negli anni ’30 e ‘40 del secolo scorso, i nostri bisnonni coltivavano pomodori e zucchine a campo aperto. In quegli anni, non esistevano ancora colture protette come quelle di oggi, ma erano comuni coltivazioni difese con le “cannizzate”, per riparare le piante tra un filare e l’altro dalle gelate e dal vento. Si trattava di recinti formati da canne palustri legate tra loro con liane robuste, che proteggevano le piantine da nord mentre le lasciavano esposte a sud. Quando faceva molto freddo, venivano piegate obliquamente per proteggere le piante.
A cavallo degli anni '50 - '60, nonno Vincenzo intraprese le prime colture in serra aggiungendo la specie della melanzana.
Alla fine degli anni '80 la direzione dell' azienda passa a Giombattista, l’attuale titolare, che è tra i primi a sperimentare la tipologia di pomodoro a frutti piccoli: il Ciliegino. Una novità assoluta, in controtendenza alle specie in coltivazione allora, quasi sempre a frutti di pezzatura medio-grossa. Sulla scia di queste innovazioni venne introdotta la varietà di pomodoro “Datterino” ed alcune di melanzana: oggi sono otti complessivamente le tipologie di prodotto che coltiviamo.